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Salute dalla A alla Z

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Anticonvulsivanti

Farmaci utilizzati per prevenire e curare le convulsioni, soprattutto in caso di epilessia. Per intraprendere una corretta terapia è necessario comunque stabilire da quale tipo di convulsioni sia affetto il paziente. La terapia a base di anticonvulsivanti può essere molto lunga (a volte dura per tutta la vita). La loro assunzione è tuttavia sconsigliata in gravidanza per il rischio di malformazioni al feto. I sintomi collaterali riscontrati sono sonnolenza, disturbi nervosi e visivi, eruzioni cutanee.

Anticorpi

Detti anche immunoglobuline, gli anticorpi sono proteine che circolano nel sangue e sono prodotte da cellule particolari del sistema immunitario dette linfociti B. Hanno la funzione di riconoscere porzioni di cellule estranee (batteri, virus, ma anche cellule tumorali) dette antigeni e di segnalarne la presenza alle cellule dell'organismo predisposte alla difesa. Ogni anticorpo è strettamente specifico per un determinato tipo di antigene. Ne esistono di tipi diversi, che intervengono in modo diverso a seconda del momento e del luogo dell'infezione.

Anticorpi anti-insula

Anticorpi di tipo autoimmunitario che reagiscono contro le isole di Langerhans del pancreas, strutture anatomiche contenenti le cellule deputate alla secrezione dell'insulina. La loro distruzione mediata da questi anticorpi è quindi alla base della genesi del diabete mellito di tipo 1 o insulinodipendente. La produzione di autoanticorpi si verifica solo in individui geneticamente predisposti e solo in seguito a una alterazione strutturale delle cellule pancreatiche, probabilmente dovuta a una infezione di tipo virale. Il comportamento distruttivo degli anticorpi anti-insula si sviluppa in un periodo che può variare da pochi mesi a qualche anno. Il diabete si manifesta quando le cellule sono quasi completamente morte: è a quel punto indispensabile intervenire con la somministrazione di insulina. Nel diabete di tipo 2, invece, non vi è produzione di anticorpi anti-insula.

Anticorpo monoclonale

Anticorpo prodotto all'interno dei laboratori di ricerca e dotato della capacità di riconoscere specificamente solo un determinato antigene. Il campo d'impiego di questi anticorpi è molto vasto. Vengono utilizzati, ad esempio, per identificare particolari virus o batteri presenti nel sangue, nella tipizzazione dei tessuti o per riconoscere alcuni antigeni tumorali. Attualmente queste proteine vengono utilizzate nella cura dei linfomi maligni e delle leucemie: grazie alla loro capacità di riconoscere in maniera specifica gli antigeni espressi sulle cellule tumorali possono indurne l'eliminazione selettiva da parte del sistema immunitario. Finora il loro utilizzo ha portato a buoni risultati: rispetto alla chemioterapia, per esempio, risultano più efficaci e provocano una minor quantità di effetti collaterali. Gli anticorpi monoclonali vengono utilizzati anche per la prevenzione del rigetto dei trapianti di organo, nella diagnosi di malattie veneree e dell'epatite B. Sono anche oggetto di ricerca per la terapia di malattie autoimmunitarie come l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla e il diabete mellito.

Antidepressivi

Farmaci impiegati nel trattamento della depressione. Agiscono innalzando il livello di serotonina, dopamina o noradrenalina, tre neurotrasmettitori che sembrano manifestare attività ridotta nelle situazioni depressive.

Antidiabetici

Farmaci utilizzati nella terapia del diabete. Sono divisi in due classi: gli ipoglicemizzanti orali e l'insulina, talvolta utilizzati in associazione. L'assunzione dell'uno o dell'altro tipo varia a seconda del quadro clinico e della gravità della malattia. In caso di malattia in fase iniziale, possono essere sufficienti anche una dieta contenente pochi zuccheri e un aumento controllato dell'attività fisica.

Antidiarroici

Farmaci utilizzati per il trattamento della diarrea. In base al meccanismo di azione questi farmaci possono essere classificati in farmaci che agiscono sulla motilità intestinale (agenti anticolinergici) farmaci che agiscono riassorbendo l'acqua in eccesso presente nell'intestino e rendendo le feci più solide (caolino e pectina) farmaci che modificano la flora intestinale (probiotici). Tra gli antidiarroici più efficaci ci sono i farmaci morfinosimili (alcaloidi dell'oppio, difenossilato, loperamide), riservati però al trattamento delle diarree più gravi come quelle in corso di chemioterapia.

Antidoto

Sostanza capace di neutralizzare l'effetto di un'altra sostanza, generalmente un veleno. L'antidoto può avere sull'organismo un effetto opposto a quello della sostanza tossica stessa oppure legarsi ad essa, formando un composto innocuo. Alcuni tipi di antidoto, infine, impediscono l'assorbimento del veleno da parte dell'apparato digerente.

Antielmintici

Farmaci capaci di agire contro i vermi intestinali. Vengono utilizzati antielmintici diversi a seconda del tipo di elminta e della sede dell'infezione. La maggior parte agisce a livello locale neutralizzando direttamente il parassita, alcuni farmaci però hanno un effetto paralizzante sugli stessi agevolandone poi l'eliminazione con le feci. L'assunzione di antielmintici (soprattutto tiabendazolo e mebendazolo) è sconsigliata in gravidanza.

Antiemetici

Sostanze capaci di combattere nausea e vomito. Possono agire a livello delle specifiche aree cerebrali (antiemetici ad azione centrale) oppure dello stomaco (antiemetici ad azione periferica). Alcuni sono validi anche in situazioni in cui nausea e vomito sono di particolare intensità, come accade per esempio nel corso della chemioterapia. In genere è preferibile evitare di assumere gli antitumorali se non è stata chiarita l'origine del vomito che si vuole sedare, in quanto tale sintomo può essere l'esordio di una specifica patologia.

Antigene

Sostanza presente nel sangue o nei tessuti che è in grado di stimolare la produzione di anticorpi specifici. Sostanze che possono avere tale proprietà immunogeniche sono soprattutto le proteine e i polisaccaridi e, in grado minore, anche i lipidi e gli acidi nucleici. Si definisce ""specifico"" un antigene che evoca una precisa risposta da parte di linfociti B o di plasmacellule, già attivati da una precedente esposizione, e ""allergene"" un antigene che, a contatto con un anticorpo, determina dei fenomeni allergici che inducono risposte immunitarie eccessive, con liberazione di istamina. Gli antigeni sono in genere sostanze estranee all'organismo (batteri, virus, molecole presenti sui globuli rossi di altri individui) ma è possibile che elementi stessi dell'organismo (autoantigeni) svolgano una tale funzione stimolando la produzione di anticorpi, fenomeno questo che è alla base di molte patologie autoimmuni. Inoltre ogni individuo è caratterizzato da un insieme antigeni dotati di specificità individuale, che costituiscono il complesso maggiore di istocompatibilità. Nell'uomo il complesso di questi particolari antigeni viene chiamato HLA (dall'inglese Human Leucocyte Antigen System): nei trapianti essi determinano la compatibilità o meno tra i tessuti del donatore e quelli del ricevente. Esistono infine antigeni tumorali specifici, che possono essere sfruttati per diagnosticare un tumore e per seguirne l'evoluzione clinica nel tempo (antigene prostatico specifico, antigene associato all'epatite).

Antigene tumorale specifico

Antigene prodotto da un particolare tipo di tumore. Alcuni antigeni tumorali sono presenti soltanto nelle cellule neoplastiche ma non in quelle dell'organo sano altri invece sono espressi anche dalle cellule normali, ma in quantità molto inferiori rispetto alle cellule trasformate in senso tumorale. Può anche accadere che cellule tumorali esprimano proteine tipiche della fase fetale e che normalmente non sono espresse nella vita adulta. La presenza di queste molecole può essere sfruttata per cercare di selezionare le cellule tumorali ed eventualmente distruggerle in maniera selettiva, ma anche per effettuare diagnosi. Va ricordato tuttavia che questi antigeni possono essere rilevati anche nel sangue di soggetti non affetti da malattie tumorali, non hanno un significato diagnostico assoluto per la presenza di un determinato tipo di neoplasia. Esempi di marcatori tumorali sono gli antigeni carcinoembrionari (in sigla CEA), caratteristici dei carcinomi del colon-retto, dei polmoni e della mammella ma anche di varie malattie dell'apparato digerente e dei polmoni, l'antigene gastrointestinale (GICA), tipico di vari tumori dell'apparato digerente e dei polmoni e il cancro antigene 125 (CA 125), caratteristico dei tumori dell'ovaio.

Antigeni di istocompatibilità

Antigeni presenti nelle cellule dei diversi tessuti la cui combinazione varia da individuo a individuo. Sono determinati tramite un'analisi del Dna del soggetto. Dalla compatibilità o meno di questi antigeni tra il donatore e il soggetto trapiantato dipende ad esempio l'attecchimento o il rigetto di un trapianto. Possono esistere vari livelli di compatibilità HLA tra due individui, anche in funzione del grado di parentela, tuttavia la compatibilità completa esiste soltanto tra gemelli omozigoti. Gli antigeni di istocompatibilità sono gli antigeni HLA (Human Linked Antigens), codificati in una specifica regione del cromosoma 6. Si tratta di un gruppo di antigeni codificati da alleli altamente polimorfici, che presentano cioè una grande variabilità all'interno della popolazione. Gli antigeni HLA sono detti antigeni del complesso maggiore di istocompatibilità, mentre l'antigene HY, situato sul cromosoma Y, è l'antigene minore di istocompatibilità.

Antinfiammatori

Farmaci utilizzati nel trattamento dei processi infiammatori a carico di diversi organi. La maggior parte di questi farmaci può anche esplicare una funzione antipiretica e antidolorifica. Il meccanismo d'azione su cui si basano è volto a inibire la sintesi delle prostaglandine, i mediatori dell'infiammazione. Gli antinfiammatori si dividono principalmente in due classi: steroidei e non steroidei (FANS). Gli antinfiammatori steroidei derivano dal cortisone e sono molto efficaci nel trattamento di patologie infiammatorie croniche, come l'artrite reumatoide, l'asma o la colite ulcerosa, ma anche nel caso di episodi acuti molto forti. L'uso di questi farmaci, specialmente se prolungato, può comportare effetti collaterali anche gravi come ipertensione arteriosa, diabete, osteoporosi e ulcera peptica. Tra gli antinfiammatori steroidei più comunemente utilizzati ci sono il prednisone, il metilprednisolone e il betametasone. I FANS hanno un effetto farmacologico inferiore rispetto agli antinfiammatori steroidei, ma hanno anche minori effetti collaterali. Tuttavia questi farmaci sono controindicati in caso di ulcera peptica, patologie epatiche, trattamento con anticoagulanti. Tra i FANS i più comuni ci sono l'acido acetilsalicilico, il nimesulide, il ketoprofene.

Antiossidanti

Gruppo di sostanze impiegate nell'industria alimentare per conservare i cibi e rallentarne il deterioramento dovuto ai processi ossidativi. Possono essere naturali o sintetici e vengono aggiunti in quantità variabili ma comunque prive di effetti sull'organismo, anche se per alcuni di essi sono in corso ricerche di approfondimento gli antiossidanti sono segnalati sulle etichette dei cibi con la lettera E seguita da un numero che specifica il tipo di sostanza impiegata: E 300 indica l'acido ascorbico (o vitamina C) E 306 indica i tocoferoli (o vitamina E) E 322 indica invece le lecitine. Tra gli antiossidanti sintetici vanno ricordati l'E 334 (o acido tartarico), impiegato nelle bibite gassate e come agente lievitante nei prodotti dolciari industriali, e l'E 310 (o gallato di propile), presente in diverse conserve e condimenti. Il termine antiossidanti viene utilizzato anche per quelle sostanze in grado di rallentare la formazione dei radicali liberi e di ostacolarne l'azione di invecchiamento dei tessuti: vitamina A, carotene, minerali quali zinco e selenio, flavonoidi e aminoacidi essenziali.

Antipertensivi

Farmaci utilizzati nel trattamento dell'ipertensione arteriosa. La loro azione può coinvolgere i vasi sanguigni o il cuore. Ne esistono di diversi tipi, a seconda del meccanismo con cui agiscono. I calcioantagonisti inibiscono l'ingresso intracellulare del calcio, i betabloccanti bloccano il sistema nervoso simpatico, gli ACE inibitori bloccano l'enzima che trasforma l'angiotensina (ACE-inibitori). Altre tipologie di farmaci intervengono invece sul sistema nervoso centrale oppure dilatano direttamente i vasi arteriosi. Resta comunque fondamentale conoscere le cause che determinano l'ipertensione in modo da adottare la terapia più efficace.

Antipiretici

Farmaci in grado di abbassare la febbre. Hanno un'azione di tipo sintomatico, che agisce cioè sui meccanismi fisiologici che regolano la temperatura dell'organismo, senza combattere le vere cause della febbre. Come antipiretici vengono utilizzati soprattutto gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e in particolare il paracetamolo, che ha meno effetti collaterali rispetto ad altre sostanze della stessa categoria. L'uso di questi farmaci dovrebbe comunque essere riservato solo ai casi in cui la febbre è elevata o provoca seri disturbi, dal momento che anch'essa ha un ruolo nell'attivazione delle difese immunitarie necessarie a fronteggiare la patologia in corso.

Antireumatici

Farmaci utilizzati nel trattamento delle malattie reumatiche. La patogenesi di queste malattie non è del tutto nota per cui la terapia si avvale di farmaci con proprietà analgesiche e antinfiammatorie, che agiscono quindi esclusivamente a livello di sintomi. Tra gli antireumatici si trovano derivati dell'acido salicilico, alcuni derivati cortisonici, antinfiammatori non steroidei (FANS) e, nei casi più gravi, immunosoppressori come il metotrexate o i sali d'oro (auranofin).

Antisiero

Siero contenente anticorpi specifici per un determinato antigene o contro più antigeni diversi. Viene ottenuto da animali in cui sia stato precedentemente inoculato l'antigene o da donatori che ne siano già venuti in contatto. Trova impiego nel trattamento di malattie come la rabbia e il tetano e, in generale, nella prevenzione di patologie infettive in soggetti caratterizzati da carenza di anticorpi.

Antistaminici

Farmaci che contrastano l'azione dell'istamina, la principale molecola coinvolta nelle reazioni infiammatorie e allergiche. Sono quindi usati in caso di allergia. La loro assunzione provoca un sollievo generalizzato da molti sintomi, quali starnuti, lacrimazione, cefalea. Il principale effetto collaterale è rappresentato dalla sonnolenza.