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Salute dalla A alla Z

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Emodialisi

Depurazione del sangue praticata a pazienti affetti da insufficienza renale ed effettuata mediante un apposito macchinario. Grazie alla creazione di un canale che mette in comunicazione un'arteria con una vena realizzato nel braccio del paziente, il sangue viene indirizzato verso una apparecchiatura in cui membrane semipermeabili e apposite soluzioni consentono di filtrare le sostanze nocive per l'organismo e di mantenere in equilibrio acqua ed elettroliti. A ""pulizia"" avvenuta il sangue viene reimmesso nell'organismo.

Emofilia

Malattia ereditaria responsabile di una tendenza alle emorragie per carenza di uno dei fattori della coagulazione. Si distinguono una emofilia di tipo A (80% dei casi) in cui è carente il fattore VIII della coagulazione, e una emofilia di tipo B, detta anche malattia di Christmas, in cui la carenza interessa il fattore IX. Entrambe le forme presentano le stesse manifestazioni cliniche e la medesima modalità di trasmissione genetica, legata al cromosoma sessuale X: le donne sono quindi soltanto portatrici sane dell'alterazione genetica e della malattia, mentre negli uomini questa si manifesta completamente. I sintomi dell'emofilia variano in funzione della gravità della carenza del fattore interessato. Nelle forme più gravi, nelle quali quest'ultimo è prodotto in quantità inferiori all'1%, i sintomi compaiono nei primi mesi di vita: si tratta di emorragie che si manifestano anche in seguito a ferite lievi, di numerosi ematomi muscolari, di emorragie articolari che causano dolore e danneggiano le articolazioni. Talvolta compaiono emorragie interne e gengivali. Nelle altre forme invece le emorragie ""spontanee"" si presentano raramente, anche se sono possibili gravi sanguinamenti in seguito a interventi chirurgici. Il sospetto di emofilia si ha quando i test di coagulazione presentano risultati alterati. Per la conferma, si procede al dosaggio nel sangue dei fattori della coagulazione. Le moderne tecniche di analisi genetica consentono inoltre di diagnosticare la malattia nel feto già nelle prime settimane di gestazione, mediante prelievo dei villi coriali. La terapia si basa sulla somministrazione di concentrati dei fattori della coagulazione mancanti, da soli o come plasma intero.

Emoglobina

Proteina contenuta nei globuli rossi del sangue, ai quali conferisce il caratteristico colore rosso. La sua funzione è quella di legare e trasportare l'ossigeno nel sangue. è costituita da una quattro catene proteiche (le globine) e da una parte contente il ferro, l'eme. Alterazioni delle catene proteiche delle globine danno luogo a patologie dette talassemie, mentre i difetti a carico dell'eme causano un insieme di malattie che vanno sotto il nome di porfiria.

Emoglobina glicata

Test di laboratorio che misura la percentuale di emoglobina nel sangue legata a una molecola di glucosio. è utilizzato per verificare il grado di controllo della malattia nei pazienti diabetici: se la glicemia si è mantenuta nei valori normali nelle precedenti 5-6 settimane, il valore di emoglobina glicata (HbA1c) si mantiene intorno a 5-6%. Un intervallo compreso tra 6,5 e 7,5% indica una situazione accettabile     valori superiori a 7,5% sono invece indice di un controllo insufficiente. In pratica, mentre la glicemia indica la situazione nel momento in cui viene effettuata, l'emoglobina glicata consente di avere il quadro complessivo della situazione anche nel periodo che ha preceduto l'esame.

Emoglobinopatia

Patologia ereditaria che si manifesta con alterazioni a carico della struttura dell'emoglobina. Tali variazioni sono in genere dovute alla sostituzione di uno degli elementi di base (aminoacidi) che costituiscono le catene proteiche delle globine. Le emoglobine alterate possono essere incapaci di legare l'ossigeno oppure essere instabili e formare così accumuli nei globuli rossi che ne impediscono la normale diffusione nei tessuti (è il caso per esempio dell'anemia falciforme) o ne provocano la rottura (emolisi). In alcuni casi, invece, il difetto è tale per cui non vengono sintetizzati tutti i tipi di globina, si ha un quadro caratterizzato da globuli rossi di piccole dimensioni.

Emoglobinosi

Patologie a trasmissione ereditaria in cui l'emoglobina presenta una struttura irregolare e alterata. Le anomalie sono circa 400, ma quelle rilevanti sul piano clinico sono comunque poche.

Emoglobinuria

Presenza nelle urine di emoglobina o di composti da essa derivati, che conferiscono loro un tipico colorito rossastro o marrone. L'emoglobinuria è dovuta a un processo di rottura di globuli rossi (emolisi) innescato da infezioni o tossine all'interno dell'organismo, gravi ustioni o trasfusioni di sangue non compatibile. La terapia è quindi volta al trattamento della causa scatenante.

Emogramma

Conteggio del numero di globuli rossi (eritrociti) e bianchi (leucociti) presenti nel sangue. Un emogramma specifico è quello ""di Schilling"", in cui la conta dei leucociti considera anche i mielociti e distingue i vari tipi di granulociti neutrofili.

Emolisi

Processo di distruzione dei globuli rossi (eritrociti) accompagnato dalla liberazione nel sangue di quantità più o meno rilevanti di emoglobina. Quest'ultima viene trasformata in bilirubina di tipo indiretto e può causare ittero. L'emolisi viene innescata da anomalie degli stessi globuli rossi oppure da traumi, infezioni o trasfusioni di sangue non compatibile: viene quindi trattata in relazione alla causa scatenante a volte può essere necessaria l'asportazione della milza.

Emolisine

Molecole in grado di innescare un processo di distruzione dei globuli rossi (emolisi), per esempio tossine prodotte da batteri come lo Staphylococcus aureus.

Emopericardio

Emorragia che si manifesta con raccolta di sangue nello spazio pericardico. è dovuto a traumi o malformazioni che sono responsabili di lesioni del cuore o dei vasi che partono da esso. Si manifesta con difficoltà di respiro (dispnea) e senso di oppressione al torace e deve essere trattato con la massima urgenza. In primo luogo, occorre aspirare il sangue raccoltosi nel pericardio (periacardiocentesi), quindi si procede a un intervento chirurgico per trattare la lesione all'origine dell'emopericardio.

Emopneumopericardio

Raccolta di sangue e aria nel pericardio. Si manifesta in modo simile all'emopericardio e viene trattato nello stesso modo.

Emopneumotorace

Accumulo di sangue e aria nella cavità pleurica, causato in genere da traumi di vario tipo. Viene trattato allo stesso modo di uno pneumotorace.

Emopoiesi

Processo di sintesi delle cellule del sangue da parte del midollo osseo. Nell'età infantile anche fegato e milza partecipano all'emopoiesi.

Emorachide

Emorragia che si verifica all'interno del canale vertebrale e che può quindi interessare il midollo spinale.

Emorragia cerebrale

Grave emorragia che si verifica all'interno delle strutture cerebrali, cervello o tessuti di sostegno è uno dei meccanismi responsabili dell'ictus (ictus emorragico). L'ipertensione arteriosa e l'arteriosclerosi ne sono la causa più frequente, in particolare nei soggetti anziani in casi meno frequenti può essere originata dalla rottura di una malformazione arteriosa o venosa del cervello (aneurismi, angiomi), o più raramente da alterazioni della coagulazione del sangue, tumori o leucemie. Un tipo particolare di emorragia è quella detta subaracnoidea, che si verifica nello spazio ripieno di liquido che circonda il cervello. L'esordio di un'emorragia cerebrale può essere drammatico, con improvvisa perdita di coscienza e coma. Solo in un piccolo numero di casi si riscontrano sintomi premonitori, come un mal di testa intenso e inspiegato o minime alterazioni neurologiche. Spesso vi è comparsa di paralisi dal lato opposto alla sede dell'emorragia. La TAC cerebrale e la risonanza magnetica consentono di precisare la localizzazione della malattia nel caso si sospetti la presenza di una malformazione arteriosa o venosa può essere necessaria l'angiografia cerebrale. L'emorragia in genere compromette gravemente la funzionalità del cervello e occorre l'attuazione di specifiche terapie di sostegno delle funzioni vitali talvolta è possibile eseguire un intervento neurochirurgico ma le possibilità di recupero del paziente sono strettamente legate all'estensione del danno.

Emorragia extradurale

Emorragia localizzata all'interno del cranio, ma all'esterno delle membrane che avvolgono il cervello (meningi), in particolare all'esterno della dura madre. Il danno che ne consegue è provocato dalla compressione esercitata sul cervello. L'emorragia extradurale si manifesta in genere in seguito a una frattura del cranio ed è causata dalla rottura di un'arteria o di una vena superficiale. Il trattamento è chirurgico.

Emorragia intermestruale

Perdita di sangue al di fuori di un normale flusso mestruale o prima del parto. Se compare verso la metà del ciclo può coincidere con l'ovulazione e manifestarsi come una perdita di una sostanza bianca o giallastra che contiene una certa quantità di sangue. In alcune donne è una condizione normale, ma in genere la comparsa di tali perdite va sempre riferita al proprio medico, in quanto potrebbero essere indice di una patologia in corso.

Emorragia intracerebrale

Emorragia interna che interessa il cervello. è provocata dalla rottura di un'arteria, a sua volta conseguente a una crisi ipertensiva o ad una malformazione arteriosa. Le aree del cervello colpite sono il talamo, la capsula interna, il cervelletto e la corteccia cerebrale (quest'ultimo caso viene detto ""emorragia a sede atipica""). I sintomi di una emorragia intracerebrale in corso sono cefalea intensa, vomito, paralisi e coma     se è localizzata alla corteccia possono essere presenti perdita di forza di un arto, stato confusionale, perdita della capacità di parlare (afasia) o perdita della vista in una metà del campo visivo (emianopsia). Il trattamento è volto a mantenere attive le funzioni vitali del paziente e ad evitare l'edema cerebrale. Talvolta si procede all'intervento neurochirurgico per correggere la malformazione vascolare all'origine dell'emorragia.

Emorragia postpartum

Emorragia nel periodo successivo al parto. Le cause più frequenti sono la ritenzione di materiale placentare o una lacerazione non riconosciuta del canale del parto, ma può essere dovuta anche a difetti della coagulazione o tumori uterini.