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Salute dalla A alla Z

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Uroflussimetria

Tecnica diagnostica che permette di valutare la funzionalità dell'apparato urinario in presenza di affezioni delle vie urinarie vere e proprie o della prostata, ma anche di problemi neurologici riconducibili tanto a traumi della colonna vertebrale quanto a malattie degenerative del sistema nervoso. Il soggetto in esame viene invitato a urinare in un apparecchio speciale, chiamato uroflussimetro, in grado di misurare la pressione di svuotamento della vescica, l'intensità del getto e il tempo di svuotamento vescicale.

Urografia

Indagine radiologica dell'apparato urinario, eseguibile dopo aver iniettato nel soggetto per via endovenosa un mezzo di contrasto radiopaco a base di composti di iodio idrosolubili. Poiché la sostanza si concentra nei reni per poi venire eliminata attraverso le vie urinarie, la sequenza delle immagini radiologiche (radiogrammi) permette di diagnosticare problemi insorti a qualunque livello dell'apparato escretore. Coliche renali, ematuria persistente, malformazioni e tumori rappresentano le evenienze che più spesso inducono all'esecuzione di questo esame.

Urologia

Branca della medicina che studia le malattie a carico dell'apparato urinario, soprattutto quelle di competenza chirurgica, e i possibili approcci terapeutici. Restano escluse da quest'ambito le patologie renali, che sono oggetto di studio della nefrologia, e le problematiche a carico dei genitali esterni maschili, che sono di competenza dell'andrologia. Nello specifico, quindi, l'urologia si occupa di calcolosi, malformazioni di ureteri, vescica e uretra e problemi vascolari relativi, tumori delle vie escretrici, malattie della prostata, dei testicoli e del pene, compresi i deficit della funzione sessuale maschile.

Urologo

Medico chirurgo specializzato in urologia, cui compete lo studio e la cura delle patologie che colpiscono vie urinarie e genitali esterni maschili.

Uroporfirine

Composti organici che vengono sintetizzati durante il processo di formazione del gruppo eme dell'emoglobina e che nell'embrione rappresentano il substrato indispensabile per l'eritropoiesi. Il loro riscontro nelle urine ha sempre un significato patologico, rappresentando il sintomo principale di un tipo di porfiria congenita.

Ustione

Lesione dei tessuti causata dal calore, dal contatto con alcune sostanze chimiche, dall'elettricità o da radiazioni. L'entità del danno dipende dal tipo di agente lesivo, dalla durata dell'esposizione e dalla parte di corpo interessata. La gravità di un'ustione viene stabilita in base alla superficie corporea colpita e alla profondità delle lesioni. La profondità di un'ustione viene valutata secondo tre diversi gradi. Nelle ustioni di primo grado la pelle risulta arrossata, gonfia e dolente, come accade nel caso delle scottature solari. Nelle ustioni di secondo grado la pelle è arrossata, molto dolente e ricoperta da vescicole piene di liquido può essere umida in superficie ed è molto sensibile, tanto che il dolore può essere provocato anche da un semplice soffio d'aria. Nelle ustioni di terzo grado si ha la distruzione a tutto spessore della pelle, che appare annerita oppure biancastra e coriacea queste ustioni non sono solitamente dolorose perché vengono distrutte anche le terminazioni nervose presenti nella pelle. Nel trattamento delle ustioni localizzate di primo grado possono risultare utili apposite creme lenitive la guarigione è completa praticamente nella totalità dei casi. In caso di ustioni localizzate di secondo grado è necessario pulire accuratamente la parte lesa e proteggerla con garze sterili: la pelle è infatti molto delicata e suscettibile alle infezioni, che vanno opportunamente trattate con terapia antibiotica la guarigione è quasi sempre completa anche se talvolta possono rimanere chiazze leggermente più scure dove erano presenti bolle estese o lesioni profonde o infette. Per le ustioni di terzo grado è necessario il ricovero, meglio se in reparti specializzati (detti centri ustioni) in attesa dei soccorsi il trattamento d'urgenza prevede la rimozione degli indumenti (in modo da evitare il propagarsi del processo ustionante) e il raffreddamento della lesione con acqua fredda pulita. L'intervento ospedaliero è volto a prevenire shock e infezioni, mediante la somministrazione di composti ematici, soluzioni fisiologiche e antibiotici, ma anche a controllare il dolore. La guarigione da tali ustioni avviene con esiti più o meno deturpanti e spesso con danni anche alle funzionalità motorie e sensitive nei casi più gravi possono essere necessari interventi di ricostruzione, per esempio autoinnesti di cute sana.

Utero

Organo cavo facente parte dell'apparato genitale femminile, la cui funzione è di consentire l'annidamento dell'uovo fecondato e lo sviluppo del prodotto del concepimento durante la gestazione. Localizzato al centro della cavità pelvica, tra la vescica e il retto, è approssimativamente piriforme con apice rivolto verso il basso, anche se aspetto e dimensioni variano in relazione al grado di distensione degli organi vicini. Misura 8-10 cm di lunghezza e pesa circa 50 kg, ma durante la gravidanza può espandersi arrivando ad aumentare di ben 40 volte il proprio volume. In alto l'utero è connesso con le tube di Falloppio, mentre in basso comunica con la vagina tramite la sua porzione più stretta, facente parte del collo o cervice. Il corpo è avvolto da una tunica esterna, detta perimetrio, costituita da connettivo sieroso, e da un tessuto resistente chiamato miometrio, composto da tre serie di fibre muscolari lisce, ciascuna con diverso decorso: longitudinale, circolare, trasversale. Durante il parto sono le vigorose contrazioni di questo strato a determinare l'espulsione del feto e degli annessi. La mucosa interna, che prende il nome di endometrio, va incontro a notevoli modificazioni in rapporto all'età o alla situazione funzionale in atto (mestruazione, gravidanza, parto, puerperio) in particolare, nelle fasi precedenti all'impianto dell'uovo, ha il compito di fornire nutrimento all'embrione attraverso le sue ghiandole tubulari. La mucosa del canale cervicale, di struttura diversa, è invece tappezzata di ghiandole secernenti muco vischioso. L'organo, che in condizioni fisiologiche si presenta con l'asse inclinato in avanti verso la vescica (antiverso) e con il corpo piegato in avanti verso il collo (anteroflesso), è tenuto in sede da pieghe del peritoneo, da cui è in gran parte rivestito, e da vari legamenti. Si dà il nome di parametrio al complesso delle strutture comprese all'interno dei legamenti larghi, tra cui tube, un tratto dell'uretere, vasi sanguigni uterini e ovarici, vasi linfatici, nervi. La circolazione in questa sede è garantita da tre arterie e da una rete venosa presente ai lati dell'organo a formare il plesso uterino. I vasi linfatici sono in comunicazione con i linfonodi lombari, pelvici e inguinali.

Utero antiverso

Condizione fisiologica in cui l'asse dell'utero si presenta inclinato in avanti, in direzione della vescica, cosicché tra corpo dell'organo e collo o cervice si forma un angolo acuto.

Utero retroverso

Anomala posizione dell'utero, che si presenta inclinato all'indietro con entrambi i suoi componenti gli assi del corpo e del collo sono quindi allineati anziché formare il caratteristico angolo acuto. Questa anomalia, che può essere fissa (per effetto di aderenze) o mobile, in casi estremi rappresenta un ostacolo alla gravidanza e richiede quindi una correzione chirurgica.

Uvea

Tunica che riveste internamente la sclera e ha la funzione di assicurare l'irrorazione sanguigna a livello alle parti dell'occhio non vascolarizzate, in particolare retina, cristallino e cornea. Vi si possono distinguere tre componenti: la coroide, molto estesa e a sviluppo posteriore, formata da uno strato pigmentoso ricco di vasi sanguigni e attraversata dal nervo ottico il corpo ciliare, costituito dai processi e dai muscoli ciliari l'iride, connessa ai margini del corpo ciliare nel punto in cui l'uvea si allontana dalla tunica fibrosa.

Uveite

Infiammazione acuta o cronica dell'uvea, detta anche coroidite quando è limitata alla coroide, ossia alla parte posteriore della retina, iridociclite quando coinvolge iride e corpo ciliare. Se invece è generalizzata prende il nome di panuveite. Oltre a essere provocata dalla rottura della capsula del cristallino con conseguente fuoriuscita di sostanza, può insorgere in concomitanza con varie malattie a carattere infettivo, autoimmune, metabolico. Forme particolari di uveite sono quella eterocromica, consistente in una lieve infiammazione cronica del corpo ciliare dell'iride, con scarsa produzione di melanina da parte dell'occhio affetto, quella facoanafilattica, che colpisce il segmento anteriore dell'occhio per ipersensibilità alle proteine del cristallino, e quella granulomatosa, caratterizzata dalla presenza di noduli cronici nella coroide, nel corpo ciliare o nell'iride.