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Salute dalla A alla Z

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Immunodeficienza

Condizione caratterizzata da un calo delle difese immunitarie conseguente a patologie congenite trasmesse come caratteri ereditari (per esempio legate a difetti degli anticorpi o del complemento) o a condizioni acquisite (AIDS, terapie massicce con farmaci immunosoppressori e stati di estrema debilitazione fisica). L'immunodeficienza rende l'organismo estremamente vulnerabile agli attacchi di tipo sia infettivo sia tumorale.

Immunodepressione

Condizione patologica caratterizzata da un calo delle difese immunitarie. Si distinguono una forma congenita e una acquisita: la prima può essere determinata da un difetto di sviluppo dei linfociti T e B o da carenza di immunoglobuline la seconda viene indotta deliberatamente dalla somministrazione di determinate sostanze (per esempio immunosoppressori dopo interventi di trapianto) oppure rientra negli effetti indesiderati di farmaci prescritti per altri fini (citostatici, cortisonici). Anche radioterapia, leucemia, malattie infettive, denutrizione e ustioni possono indurre lo stesso effetto.

Immunoglobuline

Glicoproteine presenti sangue in grado di comportarsi come anticorpi vengono prodotte nel corso di una risposta immunitaria, a opera di linfociti B stimolati da sostanze ad attività antigenica. Per effetto di tale stimolazione il linfocita B si trasforma in plasmacellula in grado di secernere anticorpi maturi. Dal punto di vista chimico le immunoglobuline sono costituite da due catene pesanti o H (heavy) e da due leggere o L (light), connesse tra loro. In base alle caratteristiche strutturali e antigeniche, all'immunoelettroforesi si distinguono cinque classi di immunoglobuline: IgA, IgD, IgE, IgM, IgG. Preparate con procedimenti che ne assicurano il massimo grado di purificazione, trovano impiego come farmaci nella prevenzione e nella terapia di svariate patologie. A tal fine, possono essere estratte dal siero di donatori sani da cui si ottengono molti tipi di anticorpi, che si rivelano utili nella terapia sostitutiva e nelle immunodeficienze. Dai donatori immuni dotati di un numero molto elevato di anticorpi diretti contro determinati agenti patogeni o tossine si ricavano invece le cosiddette iperimmunoglobuline, utilizzate per l'immunizzazione passiva di soggetti a rischio di infezioni e per la profilassi dell'incompatibilità feto-materna.

Immunologia

Branca della biologia che studia i meccanismi dell'immunità, ossia le reazioni che gli organismi mettono in atto per difendersi da sostanze riconosciute come estranee. Sue specializzazioni sono l'immunobiologia, che si occupa dei processi in vivo, l'immunochimica, che approfondisce i fenomeni in vitro, l'immunogenetica, l'immunoematologia, l'immunoistochimica e l'immunofarmacologia.

Immunologo

Medico specializzato in immunologia clinica, dedito allo studio delle patologie del sistema immunitario e dei fenomeni a esso correlati.

Immunosoppressori

Farmaci in grado di contrastare o ridurre le risposte immunitarie, riducendo la produzione di anticorpi e autoanticorpi. Vengono impiegati in particolare nella terapia dei trapianti, per evitare fenomeni di rigetto, e delle malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico.

Immunostimolanti

Sostanze in grado di potenziare l'attività del sistema immunitario, nella maggior parte dei casi in modo aspecifico. Rientrano in questa categoria alcuni sieri, il fattore timico, l'interferone, le interleuchine, estratti di microrganismi, sostanze vegetali e sostanze chimiche come il levamisolo. A trarne i maggiori benefici sono le i tumori del sangue (leucemie e linfomi), alcune affezioni cutanee (condilomi acuminati), le epatiti croniche attive B e C, il carcinoma renale metastatico, i tumori del colon-retto e l'artrite reumatoide.

Immunoterapia

Trattamento basato sull'impiego di farmaci capaci di influire sul sistema immunitario rafforzandone le capacità di difesa. Nel campo delle malattie infettive, per esempio, ci si avvale di vaccini o sieri per sostenere la risposta dell'organismo all'aggressione dell'agente patogeno. L'immunoterapia viene definita attiva quando il suo fine è di indurre l'organismo a produrre anticorpi diretti contro un antigene specifico e di creare una ""memoria immunologica"" capace di persistere anche per molti anni. è invece passiva quando si basa sulla somministrazione di anticorpi precostituiti, provenienti da un donatore.

Impedenzometria

Metodo obiettivo che permette di saggiare, tramite un apparecchio chiamato impedenzimetro, l'elasticità della membrana timpanica (timpanometria) e del riflesso del muscolo stapedio, cioè di tutto l'arco riflesso acustico-facciale (reflessometria). Grazie a questo esame è inoltre possibile rilevare qualunque impedimento al passaggio delle onde sonore attraverso le strutture dell'orecchio medio.

Impetigine

Infezione superficiale della pelle causata nella maggior parte dei casi dal batterio Staphylococcus aureus, meno frequentemente dallo streptococco betaemolitico. Questa malattia può provocare sulla pelle lesioni di aspetto diverso: bollicine (dette vescicole), pustole e zone arrossate e tumefatte, localizzate o variamente estese. L'infezione può colpire qualsiasi parte del corpo, ma spesso interessa le mani, le braccia, le gambe o il viso formando piccole raccolte di liquido che quando si rompono danno vita a croste. Al giorno d'oggi l'impetigine può essere trattata efficacemente con farmaci a base di antibiotici, somministrati sia localmente in forma di liquidi o pomate sia per via orale. Il paziente deve inoltre evitare di grattare le vescicole che, rompendosi, rischiano di diffondere il batterio ad altre aree della cute.

Implantologia

Branca dell'odontoiatria che si occupa di impianti di denti o innesti nello specifico, consiste nel fissare all'osso mandibolare e mascellare aghi, viti, cilindri o lame in titanio in grado di sostenere una protesi altrimenti non applicabile per mancanza di radici dentarie valide. Prima di procedere all'intervento occorre eseguire radiografie (TAC a scansione e con ricostruzione tridimensionale) per verificare che l'osso sia abbastanza alto e spesso da consentire l'impianto. Dopo l'intervento è necessario aspettare che le viti si integrino nell'osso, fenomeno che richiede da quattro a sei mesi trascorso questo periodo, si potrà applicare la protesi anche a soggetti privi di denti.

Impotenza

Impossibilità di compiere l'atto sessuale (impotentia coeundi) o di generare (impotentia generandi o sterilità).

Impulso nervoso

Segnale elettrochimico che parte da una cellula nervosa (neurone) per poi propagarsi velocemente ad altre cellule, nervose, ghiandolari o muscolari. L'impulso viaggia lungo l'assone, prolungamento del corpo cellulare del neurone contenente acqua e sali minerali positivi o negativi all'arrivo di uno stimolo elettrico la membrana modifica la sua carica interna permettendo l'ingresso di cariche positive. L'impulso viaggia in questo modo lungo tutto l'assone fino a raggiungerne l'estremità, dove avviene il rilascio di particolari mediatori chimici, i neurotrasmettitori, che vengono captati dalla cellula bersaglio dello stimolo. Il legame con i neurotrasmettitori produce nella cellula bersaglio un nuovo impulso nervoso.

In vitro

Evento biologico ricreato in un ambiente artificiale, come ad esempio una provetta di vetro. La sperimentazione in vitro è una prassi comune che precede quella in vivo, con la quale si testano sull'uomo determinate sostanze, in particolare farmaci, al fine di valutarne l'efficacia e i possibili effetti collaterali non sempre però il riscontro in vitro di certe azioni farmacologiche trova conferma nel successivo impiego sull'organismo umano.

In vivo

Osservazione e descrizione di un evento biologico in atto in un organismo vivente e integro o in un ambiente biologico a differenza di quanto si verifica nella sperimentazione in vitro, vengono quindi rispettate le condizioni in cui il fenomeno normalmente si manifesta per questo motivo tale sperimentazione ha il vantaggio di rispecchiare in maniera più fedele la realtà.

Inattivazione

Procedura consistente nel rendere biologicamente inattiva una sostanza (come un enzima) o un agente (virus o batterio) con l'ausilio di mezzi fisici o chimici. Un tipico esempio di preparati sottoposti a inattivazione sono per esempio i vaccini, costituiti da batteri privati del loro effetto tossico sull'organismo, e come tali in grado di stimolare le difese immunitarie senza provocare infezione.

Incistamento

Processo reattivo consistente nello sviluppo di una membrana di tessuto connettivo intorno a una formazione anatomica, a un corpo estraneo o a un tumore, che risulta così incapsulato e completamente isolato dal tessuto circostante. Un esempio di incistamento tipico è quello che si osserva dopo un trauma con penetrazione nel derma di un corpo estraneo come sassolini o schegge di vetro quest'ultimo viene inglobato dal tessuto cicatriziale e si manifesta come un piccolo nodulo palpabile sotto pelle.

Incompatibilità

Caratteristica per cui, per esempio, un determinato farmaco non può essere assunto insieme ad un altro, rendendolo o diventando a sua volta inefficace o dannoso, oppure un gruppo sanguigno, interagendo con quello dell'ospite, produce una reazione immunologica indesiderata. Si parla di incompatibilità donatore-ricevente quando le caratteristiche immunologiche di un organo trapiantato sono incompatibili con quelle del soggetto ricevente il trapianto con conseguente rigetto del trapianto.

Incompatibilità materno-fetale

Incompatibilità immunitaria tra il sangue della madre e quello del bambino, che in genere dà luogo a eritroblastosi fetale (detta anche malattia emolitica del neonato) ma può anche esitare in un aborto spontaneo. Questa condizione patologica si instaura quando il sangue materno di gruppo 0 viene in contatto con quello fetale di gruppo A, B o AB, fenomeno che determina lo sviluppo di anticorpi contro i globuli rossi del feto. L'incompatibilità più grave è quella determinata dal fattore Rh in una donna con sangue Rh-negativo che, fecondata da un uomo con sangue Rh-positivo, concepisce un feto Rh-positivo.

Incompatibilità Rh

Condizione clinica che si manifesta quando il sangue di un individuo Rh-negativo si mescola con quello di un individuo Rh-positivo. Ciascun individuo è infatti dotato di specifici geni che forniscono alla cellula le istruzioni per la sintesi del fattore Rh: il contatto del sangue di un soggetto Rh-negativo con gli antigeni Rh di uno Rh-positivo attiva il sistema immunitario e la conseguente produzione di anticorpi diretti contro l'antigene Rh la reazione tra gli anticorpi anti-Rh e quest'ultimo causa la distruzione dei globuli rossi e può portare il paziente alla morte. Tale contatto può avvenire in caso di trasfusioni o durante la gravidanza (incompatibilità materno-fetale).