Sorry, you need to enable JavaScript to visit this website.

Salute dalla A alla Z

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V X Y Z
Idrotorace

Versamento e accumulo di trasudato (liquido non infiammatorio) nella cavità pleurica. Può essere conseguente a stasi circolatoria per insufficienza cardiaca congestizia. Causa di dispnea, è individuabile, nel corso di visita medica, dal suono ""ottuso"" che se ne ricava alla percussione.

Ifema

Raccolta di sangue nella porzione inferiore della camera anteriore dell'occhio, dovuta perlopiù a traumi diretti. I globuli rossi, più pesanti dei componenti dell'umore acqueo, si dispongono sul fondo e, per gravità, si orientano con un'estremità piatta orizzontale.

IgA

Classe di immunoglobuline (anticorpi) secrete nella saliva, nel muco e in altre secrezioni esterne, interagenti con batteri e virus allo scopo di proteggere le mucose. Non attivano il sistema del complemento e non attraversano la placenta.

Igiene orale

Insieme di operazioni quotidiane rivolte alla pulizia di denti e gengive, al fine di evitare l'accumulo nel cavo orale di placca batterica e residui di cibo, responsabili della formazione di carie e tartaro. Gli strumenti per una corretta igiene orale sono lo spazzolino, il dentifricio e il filo interdentale, da utilizzare dopo ogni pasto e in particolare la sera prima di coricarsi. Altri strumenti utili sono i colluttori e le pastiglie rivelatrici di placca. La rimozione del tartaro (detartarasi) richiede invece l'intervento del dentista e andrebbe eseguita a intervalli regolari, in genere una volta l'anno.

Igroma cistico

L'igroma cistico è un linfangioma congenito a contenuto liquido, localizzato nel collo a livello della fossa sovraclaveare.

Ileite

Infiammazione dell'ileo, associata al quadro clinico della colite ulcerosa o del morbo di Crohn.

Ileo

Tratto inferiore dell'intestino tenue che si diparte dal digiuno e termina con la giunzione ileocecale, una valvola atta a impedire il reflusso del materiale contenuto nel colon. Insieme con il digiuno forma il cosiddetto intestino mesenteriale, che riempie la maggior parte della cavità addominale ed è ancorato alla parete posteriore dell'addome tramite pieghe del mesentere, contenente i vasi arteriosi e venosi, il plesso nervoso e numerosi linfonodi. La parete dell'ileo, più sottile di quella del digiuno, appare irregolare per la presenza di piccoli noduli sporgenti dalla mucosa, i follicoli linfatici, che formano caratteristici aggregati (placche del Peyer). La funzione di questa porzione dell'intestino consiste nell'assorbimento delle sostanze elementari contenute nel chimo, il risultato della trasformazione del bolo alimentare dopo il suo passaggio nello stomaco.

Ileo paralitico

Forma di ostruzione intestinale derivante da un danno a carico del peritoneo: irritazione peritoneale (dovuta a presenza di acido cloridrico, contenuto intestinale, enzimi pancreatici), malattie retroperitoneali (ematomi, calcolosi ureterale, pielonefrite), chirurgia addominale, ischemia intestinale, malattie toraciche (polmonite del lobo inferiore). Si manifesta in assenza di dolore con una distensione dell'addome di vario grado, vomito, mancata emissione di feci e gas, singhiozzo. Il trattamento deve essere rivolto alla patologia responsabile di questo quadro clinico.

Ileocolorettostomia

Intervento chirurgico all'intestino che mette in comunicazione il colon e il retto, effettuata collegando al retto un'ansa di ileo, di cui un'estremità risulterà abboccata al colon a monte di un ostacolo (per esempio un tumore inoperabile).

Ileocolostomia

Comunicazione tra ileo e colon, prodottasi spontaneamente per tumori, infiammazioni o traumi, oppure ottenuta chirurgicamente resecando un tratto dell'ileo o del colon.

Ileoportografia

Radiografia del tronco e dei rami della vena porta, utile per la diagnosi di alcune patologie del fegato. Si effettua iniettando una sostanza iodata radiopaca in una vena intestinale nel corso di un intervento di chirurgia addominale.

Ileosigmoidostomia

Procedura chirurgica che consiste nel porre in comunicazione (anastomosi) il tratto terminale dell'ileo e il sigma. In genere rappresenta la fase finale di un intervento di asportazione di una buona parte del colon in presenza di rettocolite estesa, poliposi o tumore. In caso di neoplasia inoperabile, ha lo scopo di decomprimere mediante bypass la regione ostruita.

Ileostomia

Intervento chirurgico che consiste nel porre in comunicazione con l'esterno un'ansa dell'ileo o il suo tratto terminale praticando un'apertura sulla parete addominale (stomia). In genere fa seguito a un'asportazione più o meno estesa del colon, oppure a una procedura di bypass relativa a questo stesso tratto intestinale. Nella maggior parte dei casi l'abboccamento avviene nella parte inferiore destra dell'addome mediante la creazione di un ano artificiale. Tuttavia, data l'assenza del complesso meccanismo sfinterico che regola l'evacuazione a livello anorettale, l'emissione delle feci dalla stomia non può essere soggetta a controllo volontario e quindi avviene in modo quasi continuo. A questo riguardo è quindi necessario disporre di un apposito raccoglitore a sacchetto, che va applicato attorno alla stomia mediante un anello adesivo. La stomia può essere effettuata anche in via provvisoria, per decomprimere l'intestino o verificare la tenuta delle suture effettuate durante una resezione con anastomosi di un tratto del colon con il retto. In tal caso la stomia verrà richiusa in un secondo tempo ripristinando così il regolare transito intestinale.

Ilo

Zona anatomica situata sulla superficie di un organo, nella regione di entrata e uscita dei vasi sanguigni, dei nervi e di eventuali condotti di afflusso e deflusso: possiedono un ilo i polmoni, il fegato, i reni, la milza.

IMAO

Sigla degli inibitori delle monoaminoossidasi, farmaci in grado di inibire le monoaminoossidasi, gli enzimi responsabili dell'inattivazione di sostanze dal potere stimolante sul sistema nervoso, come catecolamine e istamina. Inoltre gli IMAO impediscono la degradazione della noradrenalina e della serotonina, aumentandone la concentrazione a livello cerebrale. Per queste loro caratteristiche trovano impiego come antidepressivi: la loro somministrazione mattutina produce in breve tempo un effetto euforizzante simile a quello delle amfetamine, che durante la giornata tuttavia si attenua progressivamente. Particolarmente efficaci nella terapia della depressione atipica, vanno assunti sotto stretto controllo medico, per le loro interazioni negative con alimenti contenenti tiramina o con alcune classi di farmaci.

Imene

Sottile membrana posta tra il setto urogenitale e la vagina che chiude l'orifizio vaginale, lasciando solo una piccola apertura da cui defluisce il flusso mestruale. Forma, spessore e posizione sono assai variabili da donna a donna: può essere assente alla nascita, o anche presentarsi come una struttura membranacea imperforata che ostruisce completamente la vagina. In genere si lacera durante il primo rapporto sessuale completo.

Imipramina

Farmaco appartenente alla famiglia degli antidepressivi triciclici, con azione stimolante e disinibente. Trova largo impiego nei casi di depressione endogena, depressione ansiosa, nella malattia di Parkinson, nelle forme fobiche e ossessive, ma anche nelle neuropatie periferiche e nelle nevralgie. Sono stati segnalati effetti collaterali come stato confusionale, esaltazione, insonnia, ipotensione, disturbi gastrointestinali. Nei pazienti con sindrome maniaco-depressiva la sua somministrazione richiede particolare cautela.

Immunità

Condizione biologica grazie alla quale un organismo è in grado di predisporre una reazione difensiva neutralizzando ed eliminando determinati antigeni, cioè sostanze non riconosciute come proprie (per esempio virus, batteri, funghi, parassiti). L'immunità si dice naturale o aspecifica quando i meccanismi di difesa scattano nei confronti di qualunque ospite proveniente dall'esterno, senza che si sia verificato un precedente contatto con esso. Viceversa è acquisita o specifica se è successiva al contatto con un determinato agente estraneo, o per infezione e malattia, o per vaccinazione. Oggi il termine ""immunità"" sta a indicare anche l'insieme dei fattori umorali e cellulari che preservano l'individualità e l'integrità dell'organismo da contaminazioni esterne.

Immunità permanente

Condizione per la quale un soggetto colpito da una certa malattia infettiva non può contrarre la stessa malattia una seconda volta, grazie alla presenza di una memoria immunologica (anticorpale o cellulare) nei confronti dell'agente infettivo. Tipica l'immunità permanente dopo morbillo, parotite e rosolia.

Immunizzazione

Processo con cui si rende un soggetto ""immune"", ovvero si riduce il più possibile la sua suscettibilità a una determinata patologia. L'immunizzazione attiva consiste nell'induzione di un'immunità specifica in seguito a una certa infezione oppure alla somministrazione di vaccino o di un'anatossina, in grado di proteggere il soggetto da una malattia che non ha mai contratto. Questo risultato si può ottenere usando agenti infettivi vivi, in genere ""attenuati"" (vaccino del morbillo), oppure avvalendosi di agenti inattivati (vaccino antipolio di Sabin), estratti detossificati, anatossine (tetano) e antigeni specifici prodotti per ricombinazione genetica (vaccino contro il virus dell'epatite B). Sembra che i vaccini contenenti microrganismi vivi attenuati inducano una risposta abbastanza simile a quella evocata dall'infezione naturale. Un vaccino può indurre protezione contro tutte le forme di un agente infettivo anziché contro un unico ceppo. Se allestito con il microrganismo intero conterrà potenzialmente tutti i relativi antigeni protettivi ma comporterà anche un maggior rischio di scatenare reazioni avverse nell'organismo nel quale verrà inoculato. Poiché la risposta immunitaria alla stimolazione antigenica è geneticamente determinata e varia da individuo a individuo, non è detto che i vaccini scatenino reazioni della stessa intensità in tutti coloro che li ricevono. Esiste poi la cosiddetta immunizzazione passiva che si acquisisce, di solito per un periodo limitato, previa somministrazione diretta di anticorpi o, più di rado, attraverso la somministrazione di linfociti specificamente reattivi. A questa procedura si fa ricorso quando il vaccino non è disponibile o non è stato inoculato prima dell'esposizione (per esempio, nei casi di rabbia). Per l'immunizzazione passiva si utilizzano tre tipi di preparati: immunoglobuline umane standard, immunoglobuline specifiche a contenuto anticorpale noto, sieri e antitossine animali.