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Salute dalla A alla Z

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Collagenopatie

Gruppo di malattie che provocano gravi alterazioni del collagene e del tessuto connettivo, causando problemi a livello della pelle, delle ossa, delle articolazioni, delle cartilagini, dei tendini, delle arterie e così via. Tra le forme più note vi sono il lupus eritematoso sistemico (LES), l'artrite reumatoide, la sclerodermia, l'osteogenesi imperfetta e la sindrome di Marfan. Ogni malattia del collagene si manifesta con segni e sintomi tipici, ma in genere sono presenti anche alterazioni degli esami del sangue quali l'aumento della VES e dei vari indicatori di infiammazione in atto (PCR, reuma test, globuline). Per le connettiviti ereditarie non esistono terapie risolutive  per le forme che insorgono nel corso della vita si impiegano in genere i farmaci antinfiammatori e gli immunosoppressori.

Collasso

Afflosciamento delle pareti di un organo cavo o contenente liquidi. Nel linguaggio corrente il termine indica anche l'improvvisa riduzione del tono muscolare con caduta e perdita di coscienza. Causato da patologie cardiocircolatorie, da alterazioni cerebrali o da eccessiva esposizione al calore, il collasso si manifesta con brusco calo della pressione arteriosa, pallore, intensa sudorazione fredda e, talvolta, tachicardia. Fermo restando che l'individuazione della causa scatenante il collasso è fondamentale per attuare la terapia più indicata, le misure da prendere immediatamente sono: distendere il soggetto, sollevargli le gambe e assicurarsi che la funzionalità delle vie aeree non sia compromessa.

Collasso nervoso

Sensazione di estrema debolezza fisica, talvolta accompagnata da momentanea perdita di coscienza. L'origine non è patologica e può presentarsi anche in soggetti del tutto sani e normali, generalmente in conseguenza di forti stress emotivi o psicofisici. Sintomatico di uno stato di labilità emotiva o di nevrosi ansiose, il collasso nervoso può risolversi grazie a un semplice periodo di riposo oppure necessitare dell'intervento di uno psicologo.

Collo

Regione del corpo, di forma pressappoco cilindrica, che collega la testa alle spalle. L'impalcatura scheletrica del collo è rappresentata dalla colonna cervicale, cioè dalle prime sette vertebre della colonna vertebrale più un osso, posto alla base della lingua, chiamato ioide. All'interno delle vertebre cervicali passano le strutture nervose che collegano il cervello alle varie parti del corpo, mentre attorno alle vertebre sono posizionati i muscoli che consentono di muovere il collo e, di conseguenza, il capo. Attraverso il collo passano fondamentali strutture vascolari (come la carotide) e nervose (come il nervo vago), i tratti iniziali delle vie aeree e digestive (faringe, laringe, trachea ed esofago). Nella parte anteriore, infine, ha sede la ghiandola tiroide. Il termine collo è usato anche per indicare, in un organo o in un'altra struttura, una parte di forma allungata.

Colloide

1) In generale, sostanza di consistenza viscosa costituita da un liquido nel quale sono parzialmente disciolte particelle grossolane come amido e proteine. 2) Sostanza contenuta all'interno dei follicoli tiroidei, i piccoli agglomerati di cellule che costituiscono la tiroide. In essa sono presenti gli ormoni tiroidei pronti per essere immessi nel sangue.

Coloboma

Alterazione oculare di origine congenita o patologica che consiste nella fessurazione di una delle membrane dell'occhio, generalmente l'iride o la coroide. Solo in alcuni casi è possibile intervenire chirurgicamente per correggere il difetto.

Colon

Si tratta della parte più larga dell'intestino, compresa tra il cieco e il retto. Viene usualmente diviso in quattro parti: colon ascendente, colon trasverso, colon discendente e colon sigmoide. Il colon ascendente origina dal cieco e termina nella flessura epatica, occupando la parte destra della cavità addominale. Il colon trasverso origina dalla flessura epatica e termina nella flessura splenica (in corrispondenza della milza). La parte sinistra della cavità addominale è occupata invece dal colon discendente, che è il nome assunto dalla porzione di colon che va dalla fessura splenica fino alla regione pelvica. Infine l'ultimo tratto è detto sigma o colon sigmoide, per la sua caratteristica forma a S e termina nel retto.

Colon irritabile

Insieme di disturbi a carico dell'intestino che si manifestano in assenza di patologie infiammatorie o tumori, caratterizzati da dolore addominale costante o periodico e irregolarità della funzione intestinale. è una condizione psicosomatica molto frequente e secondo alcuni studi ne soffre all'incirca il 20% della popolazione. Le cause non sono state identificate con precisione, ma sembra che la responsabilità della malattia possa essere attribuita ad alterazioni della flora batterica intestinale o ad intolleranze nei confronti di particolari alimenti (per esempio il latte o i legumi), probabilmente in presenza di una predisposizione genetica. I sintomi tipici del colon irritabile sono dolore diffuso o localizzato alla parte sinistra inferiore dell'addome, alleviato dall'evacuazione e associato a variazioni della frequenza delle funzioni intestinali o della consistenza delle feci. Molti pazienti lamentano anche alternanza di stitichezza e diarrea, senso di gonfiore addominale, sensazione di non aver svuotato in modo completo l'intestino. La stitichezza può essere a volte così spiccata da consentire l'evacuazione solo dopo aver assunto lassativi o praticato clisteri, che però sovente non fanno altro che complicare la situazione. In genere le condizioni generali di un soggetto affetto da colon irritabile restano buone, senza perdita di peso né comparsa di altri segni di malattia, ma per formulare una diagnosi di certezza occorre escludere la presenza di patologie intestinali. Nei soggetti più giovani è spesso sufficiente un esame del sangue, ma se i disturbi insorgono per la prima volta oltre i 40 anni o subiscono variazioni improvvise, può essere necessario eseguire una colonscopia. Non esiste una terapia che si possa considerare efficace per tutti i pazienti con colon irritabile o che sia in grado di risolvere il problema in modo definitivo: il trattamento infatti deve essere personalizzato e centrato sui sintomi prevalenti e spesso viene individuato per approcci successivi, discutendo con il medico i risultati ottenuti e i disturbi ancora presenti. Il dolore viene sedato con i farmaci antispastici, che peraltro vanno usati con moderazione in quanto possono peggiorare la stitichezza. Se il colon irritabile è associato a uno stato di ansia, sono utili i farmaci ansiolitici e gli antidepressivi. In caso di diarrea sono utili i farmaci che assorbono i liquidi e aumentano la consistenza delle feci. Il paziente infine deve imparare a riconoscere ed evitare gli alimenti che scatenano o aggravano i disturbi.

Colon spastico

Termine desueto per indicare la sindrome del colon irritabile.

Colonna vertebrale

Asse di sostegno dello scheletro che va dal cranio al bacino e che racchiude il midollo spinale. è costituita da una serie di 33 segmenti ossei, chiamati vertebre, uniti tra loro da dischi intervertebrali che svolgono la funzione di cuscinetto e permettono movimenti di lieve entità tra le vertebre adiacenti, rendendo la colonna estremamente flessibile. Dal punto di vista terminologico la colonna vertebrale viene comunemente divisa in quattro tratti: cervicale (le prime sette vertebre), toracico o dorsale (successive dodici vertebre, collegate alla gabbia toracica), lombare (cinque vertebre) e, infine, sacrale-coccigeo.

Colonscopia

Esame dell'intestino che viene effettuato, in genere senza bisogno di anestesia, per osservare direttamente le pareti interne grazie a un sottile tubo flessibile che contiene un fascio di fibre ottiche. Durante una colonscopia è anche possibile effettuare prelievi (biopsie) di minuscoli frammenti della parete intestinale per gli esami di laboratorio.

Colopessi

Intervento chirurgico volto alla fissazione di un segmento di colon alla parete addominale interna. Si rende necessaria nei casi in cui una parte eccessivamente mobile oppure spostata a causa di interventi precedenti sia a rischio di scivolamento o spostamento, situazioni che potrebbero provocare anomale compressioni, disturbi funzionali o lesioni.

Colorazione

Trattamento con sostanze coloranti di tessuti, cellule o microrganismi, allo scopo di evidenziarli meglio all'analisi microscopica. è particolarmente usata in ambito microbiologico, anatomopatologico e istopatologico. Talvolta è evidente solo se osservata con luce ultravioletta o polarizzata.

Colorazione di Gram

Metodo di colorazione a base di cristalvioletto sul quale si basa la classificazione dei batteri. I batteri che trattengono il cristalvioletto sono Gram-positivi, mentre gli altri sono Gram-negativi.

Colorazione di May-Gruenwald-Giemsa

Metodo di colorazione a base di azzurro di eosina, glicerina e metanolo e usato per l'analisi al microscopio di strisci di sangue. è anche impiegato per colorare i cromosomi, che risultano così suddivisi in strisce di diversa intensità di colore (bandeggio). In questo modo è possibile distinguerli tra loro e individuare determinati tipi di alterazione cromosomica.

Colorazione di May-Gruenwald-Giemsa

Metodo di colorazione a base di azzurro di eosina, glicerina e metanolo e usato per l'analisi al microscopio di strisci di sangue. è anche impiegato per colorare i cromosomi, che risultano così suddivisi in strisce di diversa intensità di colore (bandeggio). In questo modo è possibile distinguerli tra loro e individuare determinati tipi di alterazione cromosomica.

Colosigmoidostomia

Intervento chirurgico consistente nella rimozione di un tratto di colon e nella successiva unione dei monconi rimasti. La rimozione si effettua per asportare neoplasie o per arrestare gravi processi infiammatori e riguarda principalmente i tratti nel colon chiamati ascendente, traverso e discendente il moncone rimasto viene collegato al tratto di colon detto sigmoide per consentire il normale passaggio delle feci.

Colostomia

Intervento chirurgico teso a creare una via di comunicazione artificiale tra il colon e l'esterno. Tale operazione, che consente l'eliminazione delle feci attraverso questa nuova via, viene praticata in caso di patologie come tumori, malattie infiammatorie o traumi addominali che comportano l'asportazione di un tratto dell'intestino crasso (colostomia definitiva), oppure nel caso di diverticoliti o morbo di Crohn (colostomia temporanea).

Colpo di calore

Disturbo patologico che si manifesta per esposizione del corpo a un calore eccessivo sia di origine naturale che artificiale. In queste condizioni, il meccanismo della termoregolazione può venire alterato, per cui l'organismo non è più in grado di disperdere calore e si assiste a un rapido innalzamento della temperatura corporea, fino alla comparsa di vari sintomi di diversa gravità. Questi comprendono pelle secca, arresto della sudorazione, al di testa, torpore, vertigini, sete intensa, nausea, confusione mentale. Nei casi più gravi si può giungere fino al coma e alla morte. La terapia prevede il raffreddamento del corpo con acqua o ghiaccio e il reintegro di sali e liquidi mediante fleboclisi.

Colpo di frusta

Trauma delle vertebre cervicali causato da brusco movimento del capo (prima all'indietro e poi in avanti) rispetto alla colonna vertebrale. Il colpo di frusta si verifica in incidenti automobilistici, specialmente in seguito a un tamponamento da dietro può comunque verificarsi anche in traumatologia sportiva o per cause accidentali. Causa generalmente indolenzimento, rigidità, contrazioni muscolari nella zona della nuca e vertigini. Può anche determinare distacchi di frammenti di vertebre, strappi di legamenti e compressione di vasi sanguigni, del midollo e di nervi. Il primo provvedimento da prendere è rappresentato dall'immobilizzazione della colonna cervicale, con apposito collare, per 7-10 giorni. Accertamenti più approfonditi si rendono necessari per escludere danni vascolari o nervosi.